Derivate Fiat 600

Il lancio della Fiat 600 del 1955 rappresenta per la casa dello Scorpione l’opportunità di entrare nel mondo delle elaborazioni. Abarth acquistò da un concessionario amico dei lotti di Fiat 600 per poi smontarle ed elaborarle. L’operazione si rivelò però antieconomica per via dell’abbassamento dei prezzi grazie alla standardizzazione dei processi di produzione. Solo nel 1961 Abarth trova un accordo con Fiat per la fornitura di vetture “semi complete”.

Derivazione Abarth 750

La 600 elaborata, chiamata “derivazione Abarth 750”, costava 920.000 Lire contro le 595.000 Lire di una 600 normale. Il prezzo poco popolare era però giustificato: la cilindrata passa da 633 a 747 cc, e ciò si ottiene aumentando sia la corsa (da 56 a 64 mm), con l’impiego di un nuovo albero motore, sia l’alesaggio, montando pistoni di diametro maggiore (61 contro 60 mm). Il Kit prevede anche un albero a camme più spinto, valvole più grandi con relative molle più robuste e un carburatore Weber 32 IMPE con un filtro più sportivo. Non mancano ovviamente collettori di aspirazione, scarico e marmitta speciali. Infine, a una coppa dell’olio alettata in alluminio è affidato il compito di smaltire il calore immagazzinato dal lubrificante. Con tutti questi accorgimenti la potenza passa da 21,5 a 41,5 Cv. Il Kit può essere ulteriormente arricchito così da raggiungere i 47 Cv con una velocità di 130 Km/h (valore rilevante dato che la 600 normale raggiunge i 95 Km/h).

La 600 berlina “derivazione Abarth 750” si dimostra fin da subito vincente nel Mille Miglia: nel 1956 Domenica Ogna vince infatti la propria classe, la 750 Gran Turismo di serie.

La “derivazione Abarth 750” rimane in produzione fino al 1960, quando viene sostituita dalla 850 TC.

La 600-Abarth 750 viene anche proposta con una livrea originale: sulle fiancate vengono verniciate delle bande in contrasto con il resto della carrozzeria, utilizzate anche per il tetto (al costo di 25.000 Lire). Questa variante però avrà poco successo.

Abarth 850

L’arrivo della 850 è reso necessario con l’arrivo della 600 D al posto della 600. L’incremento di cilindrata da 633 a 767 cc porta quindi Abarth a rivedere la sua versione sportiva.

La 850 ha una cilindrata di 847 cc ed è disponibile sia in Kit che in vetture già assemblata. La 850 nella versione a 52 Cv a 6000 giri/minuto viene offerta a 985.000 Lire, mentre la 850 S da 54 Cv a 6300 giri/minuto costa 1.025.000 Lire. La versione estrema è la SS di 57 Cv che però non è omologata. A livello estetico le 850, identificate dalla scritta “derivazione Abarth 750”, assomigliano alle ultime 750, caratterizzate dai cerchi con le finestre che fanno intravedere i tamburi dei freni, maggiorati rispetto alla Fiat 600.

Abarth 850 TC

Nel 1961 la 850 viene sostituita dalla 850 TC (Turismo Competizione). Rappresenta una vera e prospria svolta dato che, grazie ad un accordo con Fiat, Abarth riceve da quest’ultima delle vetture “semi allestite” cioè prive di tutti i particolari destinati ad essere sostituiti: il prezzo passa dai 985.000 Lire della 850 agli 850.000 Lire della 850 TC. Un’altra grande novità è l’introduzione della garanzia sulla vettura.

Per quanto riguarda l’estetica, l’auto si riconosce dalla scritta “850 TC”, ma un occhio attento può notare attraverso le pre d’aria delle ruote i freni a disco anteriori (Girling). La potenza è di 52 Cv con una coppia di 7 Kgm a 2800 giri/minuto e una velocità di 140 Km/h, la stessa della Fiat 1800 berlina. Sono previste anche le versioni a 54 e 57 Cv.

Abarth 850 TC Nürburgring

Nel 1961 viene presentata la 850 TC Nürburgring.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rispetto alla TC, per un prezzo aumentato di 50.000 Lire e giunto quindi a 900.000 Lire, offre di più: una potenza di 55 Cv, semiassi speciali e la sospensione anteriore dotata della balestra con occhio rovesciato. Con l’arrivo di questo nuova versione, la gamma della 850 TC viene riorganizzata: alla base c’è la 850 TC da 52 Cv, seguita dalla Nürburgring da 55 Cv, mentre a vertice si colloca la 850 TC/SS da 57 Cv.

Nel luglio del 1962 fa il suo debutto la 1000 Berlina, definita così per far capire che si tratta della vettura realizzata sulla carrozzeria della Fiat 600 D. Riconoscibile per la scritta “1000” in cifre sul passa ruota anteriori e sul cofano motore, monta un motore di 982 cc, con alesaggio e corsa rispettivamente di 65 e 74 mm, capace di una potenza di 60 Cv ed una velocità massima di 158 Km/h. Rilevante è l’adozione di un impianto frenante a quattro dischi.

Abarth 1000 Berlina

Lo sviluppo della 850 TC e della 1000 Berlina è subito costante, tanto che nel 1963 arriva la “Corsa/63”. Le 850 Tc e le 1000 Berlina Corsa adottano a partire dal 1964 una serie di evoluzioni tecniche che portano le rispettive potenze a 70 e 78 Cv. Nello stesso anno Fiat introduce un cambiamento nelle catene di montaggio: le porte infatti verranno incernierate anteriormente.

L’ultima rivoluzione della Abarth 1000 Berlina è dettata dalle norme FIA. All’inizio del 1970 si presenta accreditata di una potenza di 100 Cv a 8200 giri/minuto e di una velocità massima di 190 Km/h. Un mezzo mostruoso nella potenza , che ormai ha raggiunto il valore di 100 Cv/litro, ma anche nel look “palestrato”, per via degli ampi rigonfiamenti necessari per ospitare pneumatici sempre più larghi ed un radiatore ormai monumentale rispetto ad una carrozzeria nata 15 anni prima con ben altri scopi.

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